Già dalla fine del XII secolo, Coriano era un centro fortificato documentato, dotato di magistrature proprie, con un ampio territorio collocato in lieve collina (102 metri sul livello del mare), dalla quale tuttora si può godere della vista del suo vastissimo e delizioso panorama immerso nella natura dell’entroterra romagnolo.

Il castello, o castrum, è una fortificazione abbastanza particolare. Non è una rocca costruita ad uso esclusivamente militare o residenziale per un unico signore, ma non ha nemmeno le dimensioni di un paese fortificato. L’impianto del castello, di cui restano imponenti le rovine su di un rialzo naturale, si trova fuori dall’attuale centro abitato moderno.

Oggi sopravvive un’importante porta dotata già di un ponte levatoio e sormontata da una torre quadrangolare con stemma e tracce dei beccatelli e merlature sulla sommità. Ancora visibili sono un primo e un secondo tratto di mura, facenti parte di una cinta poligonale irregolare e una seconda porta con arco a sesto acuto.

Durante il restauro, si è proceduto ad una tra le poche indagini scientifiche mai eseguite sui complessi fortificati. Un piano di recupero attento alla conservazione ha restituito a Coriano, un complesso fortificato di grande valore storico. Dagli scavi del castello si sono rinvenuti notevoli resti strutturali e materiali: ceramiche, vetri, materiali metallici, armi, monete, tutti elementi che aiutano a conoscere meglio la vita all’interno del castello, allestiti in mostra permanente in una casa del castello.

Coriano fu possedimento della famiglia di Carpegna fino al 1209, dopodiché passò alla chiesa ravennate, che a sua volta, nel 1356, affittò il centro fortificato ai Malatesta. Per un certo periodo il Castello di Coriano è stato uno dei complessi fortificati più importanti della zona, grazie ai consistenti lavori di ampliamento iniziati da Roberto Malatesta nella seconda metà del Quattrocento. Roberto Malatesta modificò l’assetto dell’intera fortificazione, rifacendo il muro di cinta, ampliandone il perimetro e costruendo nuovi bastioni.

Nel corso del XIV secolo, fu realizzata la prima cinta muraria, insieme ad ulteriori elementi architettonici di difesa, ma gradualmente comparirono anche edifici pubblici: nel 1421 venne edificata una casa del comune, poi dotata di capitano, notaio ed assemblee pubbliche.

La costruzione dell'attuale Rocca si colloca alla metà del XV secolo. La Rocca non fu concepita come residenza, bensì come struttura militare, in cui sostarono condottieri come Giovanni da Tolentino (1442), Bartolomeo Colleoni (1444) e Braccio da Montone (1446).

Dal 1504, Coriano subì diversi passaggi di mano, prima da parte dei Veneziani, verrà poi saccheggiata e in parte distrutta dagli Spagnoli nel 1512, poi divenne possesso di papa Clemente VIII, che lo assegnò ai Fratelli Sassatelli di Imola e infine divenne possedimento del Comune di Rimini nel 1605.

In seguito al terremoto del 1672 il castello riportò ingenti danni che portarono il consiglio della comunità ad intervenire con l’abbassamento delle mura, nel 1728.

Nel 1805 Coriano viene dichiarato comune di terza classe ed il castello ospiterà le carceri.

Le sue fortificazioni, pur gravemente danneggiate dall’incendio del 1882, sono sopravvissute al logorio del tempo e alle devastazioni subite durante la Seconda Guerra Mondiale quando, nel 1944 nello sfondamento della Linea Gotica tedesca Coriano venne rasa al suolo e ridotta a un cumulo di macerie.

Negli anni 1999-2000 il castello è stato oggetto di importanti lavori di restauro e risanamento sotto il patrocinio della Soprintendenza e delle Belle Arti.    

Lo stemma in pietra della famiglia Sassatelli che abitò il castello tra il 1528 e il 1580, è incastonato sopra la porta di accesso del castello ed è lo stemma tuttora del Comune di Coriano: "Tre monti d'argento accostati in campo azzurro: quel di mezzo più alto cimato di cuore d'argento; due laterali sormontati da giglio d'oro; il tutto entro una corona a tre fioroni e due punte", come risulta attualmente nel gonfalone comunale. 

Dagli atti consigliari si evince che la piazza del castello veniva utilizzata come un campo da gioco o come luogo di incontri. Si giocava a "piastrelle" (una specie del gioco delle bocce) un divertimento molto in voga se il Consiglio sentì la necessità di proibirlo, visti i danni provocati alle mura del castello e delle abitazioni. 

Venivano organizzati i "trebbi", intrattenimenti serali con balli e declamazioni di versi che duravano fino a tarda notte, dove, approfittando della distrazione generale, c'era chi si dedicava ai furti e fu proprio per questo che il Consiglio ostacolò anche questa pratica.

Diffuso anche il gioco della Palla o del Pallone che si svolgeva nei fossati e nei dirupi attorno al castello. Il gioco venne vietato quando i fossati furono concessi per fare orti e canneti. Ma, in barba al divieto, si continuò a giocare tanto che negli atti consigliari vengono registrati danni a queste colture ad opera dei giocatori anche nel secolo successivo.

Via Malatesta 32 Coriano

Ingresso libero - Orario dalle ore 9 alle ore 20

Location per Matrimoni, Mostre Temporanee, Eventi Pubblici o Privati